Tutto quello che c’è da sapere sulle tecniche utilizzate in questa terapia.
In questo articolo spiegheremo esattamente cos’è questa tecnica e quali sono le pratiche impiegate. Dalla prima medicazione alla terapia canalare, tutto deve essere trattato seguendo specifici protocolli ed impiegando solo strumenti omologati e controllati.
Endodonzia: cos’è e a cosa serve
Endodonzia è un termine medico che sta ad indicare una branca particolare dell’Odontoiatria, che si occupa in particolare dei tessuti interni del dente, e di tutte le patologie che possono aggredirli.
Riguarda naturalmente anche i trattamenti e le pratiche impiegate nella cura e nella risoluzione dei problemi ad essi associati.
Il motivo principale, che vediamo in questo articolo, del danno al tessuto interno del dente, oltre ad un trauma, è nella maggior parte dei casi la carie.
È proprio qui che entra in gioco l’endodonzia, nel trattamento che permette di curare il dente e salvarlo. Avrai di certo sentito parlare di cura canalare o “devitalizzazione” del dente, ed è esattamente di questo che si tratta. Cerchiamo di capire meglio in cosa consiste.
Danni del dente: la carie è la principale causa
All’interno dei denti c’è la polpa, anche chiamata nervo. Quando ci sono dei problemi alla polpa, il dolore può essere molto forte, e la prima responsabile che viene chiamata in causa è proprio la carie.
Il motivo per cui si sente tanto dolore è che nella polpa scorrono arterie, vene, e sono presenti terminazioni nervose e cellule di connettivina.
Quando si raggiunge l’età adulta la polpa è ormai sottile, e si trova limitata nella cosiddetta camera pulpare e nei canali radicolari. Qui svolge la funzione molto importante della ricezione della sensibilità al freddo, provvedendo anche ad idratare la famosa dentina.
Quando per vari motivi insorge una carie, i microrganismi che si trovano nella placca batterica cominciano a distruggere i tessuti duri del dente.
È proprio qui che si deve intervenire, ed è per questo che è molto importante per te rivolgerti al dentista ai primi sintomi dolorosi.
Se i batteri arrivano alla polpa infatti, per il dente non ci sarà quasi più nulla da fare, a meno che non si intervenga proprio con l’endodonzia, o cura canalare, che è l’ultima azione per evitare l’estrazione.
Rilevatori apicali e strumenti alesatori Nichel-titanio
Partiamo dal presupposto che l’endodonzia serve proprio per salvarti i denti quando sono stati attaccati da un’infezione che ha necrotizzato la polpa.
Naturalmente la terapia prevede l’utilizzo di tecniche molto sofisticate che lo studio dentistico mette a tua disposizione.
Tra questi ci sono il rilevatore apicale e gli strumenti alesatori Nichel-titanio. Approfondiamoli entrambi.
Il primo, il rilevatore apicale, è fondamentale nell’endodonzia, perché permette di eseguire un trattamento in maniera sicura e corretta.
Si tratta di uno strumento elettronico che misura l’impedenza, la frequenza e la resistenza del dente per permettere al dentista di trovare la giusta ‘lunghezza dentale’ per operare sul canale da devitalizzare.
Dietro queste parole tecniche si nasconde un semplice concetto: prima di operare, è necessario misurare la distanza tra un punto all’apice del dente (da cui il nome) e un altro punto sulla corona preso come riferimento.
Questo passaggio di fatto è il più importante per cominciare bene. Se non si conosce la lunghezza dentale non si possono inserire gli strumenti nei canali, e non si potrà sapere la dimensione dello spazio dal quale togliere tessuti. Inoltre permette di sentire meno dolore e meno fastidio.
Questo strumento usa un circuito elettrico ed è dotato di due elettrodi, ma non spaventarti perché si parla di conduzione talmente bassa da non essere percepita.
Un elettrodo poi si mette sul tuo corpo, in genere sulla mano, mentre l’altro si collega allo strumento endodontico. Avvisa sempre il tuo dentista se usi un pacemaker o uno strumento similare.
I secondi, cioè gli strumenti alesatori Nichel-titanio, sono anch’essi protocolli all’avanguardia impiegati in endodonzia.
La parola alesatore si usa per indicare uno strumento che semplicemente allarga i fori. Si parla quindi di apparecchi impiegati per allargare fori e rimuovere materiali da otturazione costruiti nella lega nichel-titanio, che al momento risultano i più professionali.
Per riassumere, il trattamento endodontico prevede la rimozione della polpa e la sua sostituzione con un’otturazione permanente.
Di seguito qualche utile suggerimento per aiutarti a capire quando potresti avere una carie non ancora conclamata, per poterti recare dal tuo dentista di fiducia.
Carie: i segni che devono farti sospettare
A volte, nonostante venga effettuata una corretta igiene orale, si potrebbero sviluppare delle carie senza che ce ne accorgiamo.
Ci sono però dei sintomi che dovrebbero farti sospettare, e in caso di dubbio sarebbe sempre bene rivolgerti al dentista che saprà consigliarti per il meglio.
Soprattutto nel primo stadio in genere non si prova dolore, ma ci sono persone che non sentono dolore nemmeno negli stadi più avanzati. Il dolore però non è l’unico segnale.
Fai attenzione se:
- sei particolarmente sensibile al freddo;
- senti spesso mal di denti senza una causa apparente (ad esempio un ascesso);
- sei sensibile al caldo degli alimenti quando mangi;
- sei sensibile al dolce degli alimenti quando mangi;
- se sensibile al salato degli alimenti quando mangi;
- noti dei piccoli fori o degli spazi tra i denti
Inoltre verifica il colore dello smalto, se comincia a diventare opaco lasciando il dente meno brillante, sospetta una carie.
Per qualsiasi dubbio, in ogni caso, rivolgiti sempre ad uno studio dentistico professionale, solo degli esperti sapranno aiutarti e risolvere il problema qualunque esso sia!
Merisio Dott. Gianluca c/o MERIDENT