Inclusione dentale: vediamo di cosa si tratta e come risolvere il problema
L’inclusione dentale è un problema che riguarda il cavo orale e si manifesta quando i denti erompono in parte oppure restano all’interno dell’osso.
Tale fenomeno, generalmente, riguarda i denti del giudizio o i canini presenti nell’arcata superiore, anche se può manifestarsi in ogni altro elemento della cavità orale.
Nel caso in cui una persona soffra di denti inclusi, dunque, dovrà necessariamente rivolgersi a uno specialista e cercare di risolvere questa problematica tempestivamente, in modo tale da non provocare danni irreparabili per la bocca.
Non bisogna dimenticare, infatti, che il cavo orale svolge una funzione di primaria importanza; esso non è solo adibito alla masticazione, ma serve anche per parlare correttamente e respirare.
Per tutti questi motivi, dunque, nel caso in cui ci si trovi in una condizione di inclusione dentale, occorre rivolgersi al proprio dentista ed evitare così che si arrivi a interventi più invasivi, come nel caso della chirurgia orale.
Quali sono le cause e i sintomi dell’inclusione dentale
Come abbiamo accennato, i denti maggiormente predisposti all’inclusione dentale sono quelli del giudizio che, sostanzialmente, non svolgono una funzione fondamentale nel nostro cavo orale.
Non è raro, dunque, che questi elementi restino in maniera permanente all’interno dell’osso, oppure può capitare che fuoriescano parzialmente, generando una condizione di infiammazione e di dolore anche accentuato.
Le cause più comuni dell’inclusione dentale riguardano maggiormente fattori di tipo genetico e può capitare che vi possa essere anche l’assenza di spazio nell’osso alveolare.
Mascellari e mandibole di ridotte dimensioni predispongono facilmente alla inclusione dentale.
I sintomi maggiormente ricorrenti che palesano la condizione dei denti inclusi non sempre si presentano negli stati iniziali.
Talvolta, infatti, è possibile che l’inclusione dentale si manifesti già in fase avanzata, provocando anche una situazione di affollamento dentale.
Nel caso in cui tale fenomeno interessi i denti del giudizio, è molto comune la sensazione di fastidio e di mal di testa frequente.
Quali conseguenze comporta l’inclusione dentale
L’inclusione dentale può essere definita come una sorta di anomalia che può provocare una serie di conseguenze negative per il cavo orale e la dentatura.
Tra i disturbi più diffusi possiamo riscontrare la formazione di cisti, ascessi, affollamenti gengivali, carie e gengiviti.
Tutti questi fenomeni, a lungo andare, possono avere un impatto estremamente negativo sulla qualità di vita della persona interessata e per questo non sono assolutamente da sottovalutare.
Solo un esame diagnostico può chiarire al meglio la situazione e permettere al dentista di agire tempestivamente, ripristinando la corretta funzionalità del cavo orale.
Come si risolve il problema dell’inclusione dentale
I trattamenti finalizzati alla risoluzione del problema legato all’inclusione dentale si sviluppano in base a una serie di procedure ben specifiche.
Innanzitutto, il primo intervento riguarda la valutazione della dentatura del paziente, cercando di comprenderne la situazione di partenza.
Gli specialisti, a tal proposito, si avvalgono di determinati strumenti come ad esempio “l’ortopantomografia”, ovvero una tipologia di radiografia che permette di analizzare le articolazioni “temporo-mandibolari e tutta la dentatura di entrambe le arcate.
Esiste, poi, un altro strumento che prende il nome di “Tac Cone Beam”; questo strumento funziona mediante l’azione di un “fascio conico” che permette di visualizzare l’esatta posizione del dente incluso.
Ovviamente, ogni trattamento è finalizzato alla risoluzione dell’esatta problematica di ogni paziente. Generalmente, quando i denti inclusi riguardano quelli del giudizio, si procede direttamente con la loro estrazione.
Questa scelta è dettata dal fatto che spesso la bocca non ha lo spazio per contenerli e ciò significa che non rappresentano elementi fondamentali per il nostro cavo orale.
Quando, invece, i denti inclusi riguardano altri elementi, si cerca di capire sempre le ragioni che li hanno portati a non uscire, analizzando anche la “storia eruttiva” del paziente e della sua dentatura.
In certi casi, se i denti inclusi riguardano gli incisivi centrali superiori, le cause scatenanti possono riguardare un trauma o, nei casi più rari, tumori benigni.
Se l’inclusione dentale interessa i canini, si dovrà prevedere un trattamento a parte, in quanto le loro radici sono piuttosto lunghe.
C’è da specificare, inoltre, che nel cavo orale, quando mancano i canini, gli effetti che questa condizione ha sulla funzione e sull’estetica del sorriso è piuttosto evidente.
Il rischio, infatti, è quello di un appiattimento esterno che crea anche problemi nei movimenti laterali della mandibola.
Per tale motivo, la migliore soluzione a questa problematica è rappresentata dagli apparecchi ortodontici che possono creare lo spazio per il dente incluso affinché possa essere riposizionato.
Quali effetti hanno i trattamenti per l’inclusione dentale
I trattamenti adottati per risolvere il problema dei denti inclusi non provocano nessun dolore; tali procedure, infatti, sono svolte sempre in anestesia.
Nel caso in cui si debba estrarre il dente, l’unica sensazione spiacevole potrebbe essere quella di un lieve fastidio ma, in ogni caso, gli specialisti prescrivono sempre degli antinfiammatori ai propri pazienti per limitare il più possibile l’insorgere di questi dolori.
Conclusioni
Quando si parla di inclusione dentale è molto comune pensare che l’unica soluzione efficace sia l’estrazione del dente.
In realtà, ogni specialista cerca sempre di raccogliere quante più informazioni possibili circa la situazione del proprio paziente e valutare la scelta migliore da attuare.
I denti rappresentano una parte molto importante del nostro corpo e per tale motivo è impensabile trascurarli; anche il più leggero dei sintomi, se non trattato per tempo, può arrivare a portare dei danni piuttosto rilevanti.
Per tutte queste ragioni, soprattutto nel caso dell’inclusione dentale, è opportuno sottoporsi a visite periodiche, almeno due volte l’anno e che consentano ai dentisti di poter diagnosticare o prevenire per tempo alcune delle più comuni disfunzioni e anomalie che possono presentarsi all’interno del cavo orale di ognuno di noi.