Molte persone soffrono o soffriranno, nel corso della loro vita, di problemi odontoiatrici. Uno dei più diffusi è l’ascesso dentale, derivante da infezioni batteriche alla bocca, che causa diversi disturbi e dolori che – affliggendo in primis l’apparato mandibolare – inficiano molto la vita delle persone, con disagi anche nelle attività quotidiane quali mangiare, sorridere e a volte anche parlare.
Cos’è un ascesso dentale
La medicina odontoiatrica definisce l’ascesso dentale come un rigonfiamento – molto spesso ripieno di pus o altro materiale organico infetto – doloroso e soggetto a suppurazioni purulente. Il pus, principale responsabile del proseguio dell’infezione e del dolore, è formato dall’accumulo del plasma e dei batteri e si scatena a causa dell’infezione in corso del dente. Un’infezione del genere può essere parodontale o periapicale a seconda del luogo di origine.
– l’ascesso parodontale viene definito per semplicità come fistola gengivale, perché l’infezione parte dalle strutture organiche che sostengono in maniera effettiva il dente, ovvero gengiva legamento e osso alveolare.
– L’ascesso periapicale invece si forma nella polpa del dente ed è quello che causa più difficoltà in assoluto perché la localizzazione interna rendono a volte necessaria un’operazione di cura invasiva.
Vista la presenza di diverse tipologie di ascesso dentale, per ogni dolore o sospetto fastidio riconducibile a qualche tipologia di disturbo, è fondamentale prenotare ed effettuare una visita dal proprio dentista o esperto odontoiatra.
In questa maniera, tramite anamnesi e poi diagnosi, si potranno individuare i problemi effettivi: solitamente, per diagnosticare l’ascesso, si ricorre all’esecuzione di una panoramica dentale, che viene poi studiata in maniera precisa per individuare il problema, permettendo di predisporre la strategia per apprestare la cura.
I sintomi dell’ascesso dentale
Naturalmente, ogni persona ha sintomi diversi, innanzitutto in relazione al tipo e alla collocazione dell’ascesso dentale – ovvero in gengiva o alla polpa del dente – ma il comune denominatore è il dolore, avvertito sotto forma di mal di denti, acuto o intermittente, che in ogni caso rende difficile le attività quotidiane più semplici, anche solo la masticazione.
Un mal di denti da ascesso dentale che non viene individuato in tempo o che non viene curato efficacemente può portare anche a sviluppare febbre o malessere generale, anche se legati alla risposta immunitaria del corpo, che cerca in assenza di antibiotici esterni, di resistere e sconfiggere autonomamente l’infezione. Per questo motivo, è bene non sottovalutare o lasciare correre i sintomi di un ascesso dentale, perché potrebbero peggiorare e andare a toccare anche altre parti del corpo, come le ossa e i denti circostanti all’infezione.
Altri sintomi dell’ascesso dentale possono essere:
– Gonfiore, dolore o sanguinamento delle gengive, che si verifica soprattutto nell’ascesso parodontale e che permette in taluni casi di apprestare una rapida diagnosi, vista l’evidenza di tale disagio.
– Alitosi e cattivo sapore in bocca, dovuti alla presenza di infezione e di corrosione operata dal pus sui tessuti gengivali sani;
– Gonfiore della faccia, nella zona delle guance, e dei linfonodi del collo: questi sintomi dell’ascesso dentale sono più rari ma, quando presenti, indicano uno stato avanzato e pericoloso dell’infezione su cui bisogna agire rapidamente senza perdere altro tempo.
Infine, altri sintomi meno comuni possono essere l’ipersensibilità dentale per i cambiamenti termici e lo spasmo muscolare della mandibola, ma sono situazioni davvero particolari e che solitamente indicano un ascesso in situazione davvero grave, per cui è fondamentale non perdere tempo e rivolgersi all’odontoiatra, che saprà sicuramente predisporre la migliore cura per la risoluzione del problema.
Cure
Il medico odontoiatra, il dentista o ogni altro professionista che si occupa della cura della bocca, predispone il rimedio all’ascesso dentale in base al caso specifico, dopo un attento studio della situazione e analisi della malattia.
I trattamenti più comuni sono quelli relativi alla conservazione, ovvero alla risoluzione della problematica senza un invasivo intervento chirurgico dentale. Solitamente, quando l’ascesso è gengivale o dentale, il dottore pulisce l’area intorno all’infiammazione o al pus – laddove sia necessario anche con un drenaggio di incisione chirurgica – per calmare l’infezione e donare un po’ di sollievo al paziente, liberandolo dal dolore.
In seguito, viene prescritta una terapia a base di antibiotici, in grado il più delle volte di sconfiggere l’infezione, eliminandola alla radice.
Nel caso in cui l’ascesso sia invece più ostico, come ad esempio a causa di una collocazione interna al dente o un luogo difficile da raggiungere, si deve intervenire tramite devitalizzazione e otturazione, oppure intervento chirurgico.
Nei primi due casi il dentista si occuperà di creare un piccolo foro all’interno del dente in cui è presente l’infezione, drenando il pus ed eseguendo poi le idonee procedure volte a richiuderlo. Con l’intervento chirurgico per l’ascesso dentale, invece, viene rimosso completamente il nervo del dente, applicando infine una protesi dentale adatta allo scopo estetico desiderato.